fbpx

Spesso si sente parlare di scoliosi o cifosi, ma in cosa consiste? quando preoccuparsi e come gestire tale condizione? quali sono i rischi? Ecco alcune domande che è lecito porsi anche se le risposte non sempre sono esaustive data la gran confusione che ahimè talvolta si genera su di una tematica discretamente diffusa e complessa.

Allora cominciamo mettendo in chiaro alcuni aspetti fondamentali per l’intuizione di tali problematiche, la colonna vertebrale si estende dall’occipite al sacro e nel suo decorso presenta delle curve su di un piano sagittale definite fisiologiche ossia: lordosi cervicale – cifosi dorsale – lordosi lombare – cifosi sacrale, su gli altri piano dello spazio effettua dei movimenti torsionali di rotazione e inclinazione; quando si verificano alterazioni o modifiche in tali strutture può insorgere la patologia.

Cosa è la Scoliosi

Cosa è la Scoliosi

Adesso definiamo cos’è la scoliosi, è una deformità strutturale delle colonna vertebrale che si traduce in una torsione con rotazione e inclinazione dei corpi vertebrali a cui si può aggiungere sul piano sagittale una alterazione delle curve fisiologiche (cifosi dorsale e lordosi lombare e cervicale), all’esame radiografico compare la classica curvatura ad “S” della colonna vertebrale e se analizziamo l’etimologia del termine deriva dal greco skolíōsis che appunto significa proprio incurvamento.

La scoliosi spesso si accompagna ad una accentuazione o inversione delle curve fisiologiche di cifosi e lordosi e quando avviene ciò, in età puberale, può essere predittivo di un peggioramento per tanto è importante monitorarne i segni e sintomi nel tempo.

Mentre per cifosi o corretto sarebbe ipercifosi si intende una deformità vertebrale della curva cifotica del tratto dorsale, il classico dorso curvo anche se in genere c’è un intima correlazione tra le due, come accennato poc’anzi.

Eticamente però è doveroso fare una distinzione tra quelli che sono i Dismorfismi (ovvero le deformazioni vere e proprie della colonna vertebrale) e i Paramorfismi (tutte quelle condizioni in cui non vi è una vera e propria deformità anatomica della struttura ma parliamo più di atteggiamenti posturali), discorso che affronteremo più volte durante questa lettura.Quanti tipi di scoliosi esistono

Quanti tipi di scoliosi esistono

Esistono diversi tipi di scoliosi che possono essere classificati in base alle loro caratteristiche e alle cause sottostanti. Ecco un elenco dei principali tipi di scoliosi:

1. Scoliosi Strutturale: Questo tipo di scoliosi rappresenta una deformità permanente della colonna vertebrale ed è suddiviso in diverse categorie:

– Scoliosi Idiopatica:

La forma più comune, senza una causa chiara.

– Scoliosi Congenita:

Presente alla nascita, a causa di anomalie nelle vertebre.

– Scoliosi Neuromuscolare:

Associata a condizioni neuromuscolari come la paralisi cerebrale o la distrofia muscolare.

– Scoliosi Degenerativa:

Si sviluppa negli adulti a causa dell’usura delle articolazioni spinali, spesso legata all’età o all’artrite.

2. Scoliosi Funzionale: Questo tipo di scoliosi è temporaneo e non rappresenta una deformità strutturale permanente. Si verifica a causa di disuguaglianze o squilibri muscolari che influenzano la postura e la posizione della colonna vertebrale. È di solito correggibile con il trattamento dei fattori sottostanti, come la correzione delle disuguaglianze nella lunghezza delle gambe o il rafforzamento muscolare.

Altre forme di Scoliosi: Oltre ai tipi di scoliosi sopra menzionati, ci sono ulteriori sottocategorie e forme più specifiche, come la scoliosi toracolombare (coinvolgente la zona toracica e lombare), la scoliosi cervicale (che coinvolge la zona del collo), e la scoliosi ad andamento a “S” o “C” in base al pattern di curvatura.

Ciascun tipo di scoliosi richiede un’attenzione specifica, una diagnosi accurata e un piano di trattamento adattato alle caratteristiche individuali del paziente. 

Cause 

Le cause di tale disturbo non sono ancora del tutto note tant’è che viene definita scoliosi ideopatica certo è che concorrono fattori genetici e/o predisposizioni familiari, 

Anomalie congenite della colonna vertebrale: Difetti di nascita che coinvolgono la struttura della colonna vertebrale sin dalla nascita.

Disturbi neurologici: Problemi nel sistema nervoso che possono influenzare il controllo muscolare e la postura.

Condizioni genetiche: Alterazioni genetiche che possono predisporre una persona a sviluppare una curvatura anomala della colonna.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questa deformità non è causata da azioni quotidiane come:

– Posture anomale a scuola o sul posto di lavoro: Anche se una postura scorretta può portare a disagio, non è una causa diretta della deformità strutturale della colonna.

– Attività sportive: Sebbene l’esercizio fisico sia cruciale per la salute, la scoliosi di questo tipo non è causata da particolari sport o attività fisiche.

– Posture strane o scorrette durante il sonno o in posizione eretta: Anche se adottare posizioni strane durante il sonno o mantenere una postura eretta per lungo tempo può causare affaticamento muscolare, queste azioni non sono responsabili per la formazione di questa particolare deformità vertebrale.

– Disparità tra gli arti inferiori: Differenze nella lunghezza delle gambe, anche se possono causare disagio e problemi muscolari, non sono direttamente collegate alla causa di questa deformità spinale.”

Questo passaggio riformulato utilizza un linguaggio più sofisticato per descrivere le cause e le non cause della deformità della colonna vertebrale, enfatizzando la chiarezza e la precisione nel discorso.

Che problemi può portare la scoliosi?

La scoliosi può portare a diversi problemi a seconda della gravità e della progressione della curvatura spinale. Alcuni dei problemi comuni associati alla scoliosi includono:

1. Dolore: Molte persone con scoliosi sperimentano dolore nella zona della colonna vertebrale o dei muscoli circostanti. Il disagio può variare da lieve a grave.

2. Deformità: In casi di scoliosi più avanzata, la deformità della colonna vertebrale può essere evidente, portando a una postura irregolare e a un aspetto fisico alterato.

3. Difficoltà Respiratorie: Nei casi più gravi, una curva spinale significativa può limitare lo spazio per i polmoni, causando difficoltà respiratorie.

4. Problemi Cardiaci: Scoliosi grave può mettere pressione sul cuore e sui vasi sanguigni, aumentando il rischio di problemi cardiaci.

5. Discomfort Psicologico: La deformità visibile può influenzare la percezione di sé e la salute mentale, causando ansia o depressione in alcuni individui.

6. Limitazioni Funzionali: La scoliosi può ridurre la flessibilità e la mobilità, influenzando la capacità di partecipare ad attività fisiche o quotidiane.

7. Rischio di Progressione: La scoliosi può peggiorare nel tempo, specialmente durante la crescita, portando a problemi più gravi se non viene gestita adeguatamente.

È importante notare che la gravità e gli effetti della scoliosi variano da persona a persona. La diagnosi precoce e la gestione adeguata possono aiutare a prevenire la progressione dei sintomi e a migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da questa condizione.

Diagnosi 

La diagnosi resta a cura del medico specialista che analizzerà i referti radiografici per procedere alla misurazione in gradi dell’angolo di cobb ossia un criterio diagnostico per valutare l’entità della curvatura esistente sul piano frontale a tal proposito è importante sapere che un angolo compreso tra 0 e 10 gradi è considerato fisiologico diventa invece patologico oltre i 10 gradi mentre per la cifosi è considerato fisiologico un range compreso tra i 20 e i 40 gradi sul piano sagittale.

Quindi in virtù di quanto premesso sarà di fondamentale importanza capire se siamo di fronte ad una vera e propria scoliosi o ipercifosi e quindi un dismorfismo oppure trattasi di un atteggiamento che appare evidente all’esame posturale ma che di fatto non implica un alterazione strutturale oltre la fisiologia, quindi un paramorfismo.

Quando si manifesta

L’età in cui si manifesta tale disturbo è maggiormente compresa tra i 5 e 8 anni o 11 e 14 anni, tendenzialmente con un rapido impennamento dell’ingravescenza nei primi anni della pubertà per poi avere una graduale riduzione del rischio di progressione e relativa stabilizzazione.

Analizziamo alcuni dati in percentuale sull’incidenza in età adolescenziale quindi diciamo nella fase che sappiamo essere di relativa stabilità per meglio comprenderne i possibili rischi:

  • 7-8 % per curve comprese tra i 5 e gli 11 gradi
  • 2-3 % per curve tra gli 11 e i 20 gradi
  • 0,3 -0,5 % ( di cui 1,4 nelle femmine e 0,2 nei maschi) per curve comprese tra i 20 e i 30 gradi
  • 0,2 – 0,3 % per curve maggiori di 30 gradi.

Appare chiaro di seguito che in termini percentuali ritroviamo maggiormente quelle scoliosi di lieve entità, che ricordo essere definite patologiche oltre i 10 gradi mentre in marcata minoranza saranno quelle più importanti con un rapporto maggioritario appannaggio del sesso femminile.

Inoltre i dati ci suggeriscono che in età adulta le scoliosi ideopatiche lievi, spesso, rimangono stabili.

Sintomi 

Veniamo a i segni e sintomi, in genere sia che si tratti di un dismorfismo sia nei casi di paramorfismo il paziente non riferisce sintomi data anche la giovane età e la relativa efficienza dei meccanismi di compenso e di autoregolazione mentre per quel che riguarda i segni questi ricoprono un aspetto fondamentale proprio perché indici predittivi di tale disturbo.

Infatti abbiamo visto come la scoliosi tende a presentarsi in età prepuberale e puberale per poi stabilizzarsi successivamente quindi in questo lasso di tempo è importante carpirne eventuali segni e sarà proprio cura del familiare o talvolta dell’insegnante porre attenzione su i vizi o le posture assunte, sarà proprio l’occhio vigile che potrà dare l’input e un importante contributo poi alla diagnosi.

Trattamento alternativi alla chirurgia 

Sebbene il ruolo della chirurgia è importante per una totale guarigione, soprattutto per scoliosi gravi o progressive, la chirurgia può comportare l’uso di viti, barre o impianti per correggere la curva e stabilizzare la colonna vertebrale, esistono diversi altri trattamenti per la cura di questa patologia.

Ecco un elenco di trattamenti che possono essere considerati dai pazienti nel caso di scoliosi, con l’attenzione a specificare che il trattamento dipenderà dalla gravità e dalla causa della scoliosi, oltre che dall’età e dalle condizioni di salute del paziente:

2. Fisioterapia e Esercizi di Rafforzamento: Programmi di fisioterapia mirati possono aiutare a rafforzare i muscoli intorno alla colonna vertebrale, migliorare la postura e ridurre il dolore.

3. Corsetti Ortopedici (Braccioli): Per scoliosi moderate, specialmente nei bambini in crescita, vengono prescritti corsetti ortopedici per mantenere la colonna nella posizione corretta e prevenire l’aggravamento della curva.

4. Esercizi di Stretching e Yoga: Attività come lo yoga e gli esercizi di stretching mirati possono contribuire a migliorare la flessibilità e a mantenere la mobilità della colonna vertebrale.

5. Chiropratica e Osteopatia: Alcune persone con scoliosi trovano sollievo attraverso trattamenti chiropratici o osteopatici, che possono aiutare a migliorare l’allineamento della colonna vertebrale.

6. Terapia con Onde d’Urto: Questa terapia utilizza onde acustiche per stimolare la guarigione e può essere utilizzata per ridurre il dolore associato alla scoliosi.

7. Terapia Fisica Specifica: Terapisti fisici specializzati possono sviluppare programmi di trattamento mirati per migliorare la postura, la forza e la flessibilità.

8. Terapie Complementari: Alcune persone esplorano terapie complementari come l’agopuntura o la terapia craniosacrale per alleviare il dolore e migliorare il benessere generale.

9. Educazione Posturale: Imparare una postura corretta nelle attività quotidiane può contribuire a ridurre la pressione sulla colonna vertebrale e a migliorare il comfort.

 

Esame Posturale

In primis sarà utile eseguire un esame valutativo posturale, imprescindibile per definire il tipo di problematica, si valuterà la postura del paziente in proiezione su i 3 piani dello spazio, la mobilità della colonna vertebrale, la presenza o meno del cosiddetto gibbo (ovvero una protuberanza dovuta alla deformità vertebrale), si valuterà il bacino ed un eventuale eterometria degli arti inferiori talvolta conseguente ad un recupero compenso della scoliosi nel tratto lombare.

Altro passaggio sarà quello di valutare il piede e l’appoggio plantare responsabile delle forze ascendenti convergenti al bacino e colonna vertebrale, verrà posta attenzione anche al comparto discendente, in particolare modo all’ATM (articolazione temporo mandibolare) data la sua influenza nella dissipazione dei carichi e delle forze gravitazionali, basti pensare che il muscolo massetere, la cui funzione principalmente è quella di triturare il cibo, risulta essere il più potente del corpo capace di esercitare una forza di circa 100 kg per cm2 e a differenza di quanto ci si possa aspettare numerosi sono gli studi che correlano tale articolazione a i disturbi posturali della colonna vertebrale.

Qualora dall’esame posturale emergessero i presupposti relativi ad un dismorfismo e quindi ad una vera e propria alterazione della struttura sarà indispensabile se non eticamente corretto indirizzare il paziente da uno specialista che a sua volta approfondirà il quadro clinico con eventuali esami diagnostici e valutativi al fine di intraprendere il giusto percorso di cura e trattamento che terrà conto, come approfondito nella parte iniziale , dell’entità della scoliosi attraverso la misurazione dell’angolo di Cobb.

A questo punto lo specialista stilerà la terapia più opportuna e in linea di massima la prassi prevede per scoliosi minori (per minori si intende non superiori a i 20 gradi) osservazione periodica e ginnastica posturale correttiva mentre per scoliosi che superano i 20-22 gradi necessitano di una cura ortopedica con corsetto correttivo che ne contenga l’evoluzione associato sempre a ginnastica correttiva posturale, ultima ipotesi se la scoliosi supera i 30-35 gradi si potrà prendere in considerazione l’intervento chirurgico.

Nel caso in cui invece dall’esame posturale si evidenzierà una non alterazione della struttura e quindi un paramorfismo le cause sono da ricercare in un non corretto assetto ed igiene posturale direi purtroppo tipico dei ragazzi in fase adolescenziale e non solo. In tali casi il trattamento di elezione è sicuramente l’approccio posturale attraverso un riequilibrio delle catene muscolari coinvolte (come potrebbe essere il metodo Mèzières che puoi approfondire nella sezione apposita del mio sito) ed esercizi correttivi individuali che tengano assolutamente conto dei vizi nonché dei distretti posturali coinvolti.

Alla luce di quanto sopra descritto vediamo che l’esercizio terapeutico correttivo posturale e una corretto esame posturale siano fondamentali per pianificare e strutturare un trattamento curativo efficace e duraturo nel tempo, ecco come la posturologia diventa un tassello determinate nella cura e gestione di qualsiasi condizione, sia esso un “dismorfismo” vero o solo un atteggiamento “paramorfismo”.

Conclusioni

Mi preme di ribadire che i migliori risultati sono ottenibili prima e durante l’adolescenza in termini correttivi ma ciò non preclude nel modo più assoluto un intervento successivo che avrà comunque benefici nel gestire le tensioni e la sintomatologia tant’è vero che anche in età adulta, quando oramai la colonna vertebrale risulta strutturata, la posturologia può intervenire in modo molto efficace e fornire preziosi consigli sulla gestione e cura dei disturbi posturali.

Scopri di più sulla mia pagina dedicata ai trattamenti fisioterapici 

“Abbi cura del tuo corpo, è l’unico posto dove devi vivere”